Una cura al ritmo della taranta

14 Novembre 2018 • Redazione

Cataldo Perri è un medico di base che ha potuto verificare su di sé il doppio ruolo di medico e paziente. Come in molti è stato costretto a sperimentare il ‘turismo sanitario’ a causa della mancanza di centri di riferimento per la cura del tumore del pancreas nel centro-sud. La sua tenacia e il suo modo di guardare alla vita non solo è ammirevole ma anche fonte di ispirazione: durante tutto il suo periodo cura oltre a farsi carico dei suoi pazienti è riuscito a pubblicare due romanzi e due dischi. Si può fare! nonostante un tumore al pancreas che negli ultimi quattro anni non ha mancato di ripresentarsi come ospite indesiderato   .

Come hai scoperto di avere un tumore al pancreas

Era fine Settembre del 2010 e cominciai ad avvertire uno strano peso sullo stomaco e degli spasmi intestinali, inconsueti, di brevissima durata. Un giorno mi ero appena fermato con l’auto per andare a visitare una mia paziente a domicilio, quando avvertii un spasmo improvviso e di breve durata al fianco destro e al fianco sinistro. Finita la visita mi recai in ospedale a Cariati, Cosenza, e un collega mi fece una ecografia addominale. Non vide nulla di sospetto, gli chiesi se anche il pancreas fosse indenne da formazioni sospette. M rispose che la testa del pancreas si vedeva bene e non rilevava nulla di anomalo ma non vedeva bene, per i gas intestinali, il corpo e la coda. Il giorno dopo feci i marcatori oncologici fra cui il CA 19.9 che risultò circa 200. Dopo pochi giorni partii per una clinica di Bologna dove mi fecero diagnosi di Neoplasia corpo coda del pancreas confermata da TAC e Risonanza Magnetica. 

 

Qual è stata la diagnosi

All’ospedale di Negrar, Verona, feci una biopsia pancreatica transcutanea che confermò la diagnosi di Adenocarcinoma al corpo coda pancreas. La stadiazione secondo il metodo  TNM è stata G2 pT3 pN0:

G2: tessuto tumorale leggermente differenziato

pT3: il tumore cresciuto ma non ha toccato i vasi

pN0: nessun linfonodo interessato

 

Come ti è stata comunicata la diagnosi

“Urca!!! “ disse l’ecografista di Bologna e poi tentò di parlare d’altro.

Ma la conferma chiaramente la ebbi dopo la biopsia a Negrar e il medico che mi diede la notizia confermò la natura della lesione aggiungendo: “Sarà dura”.

 

Qual è stato il percorso di cura

In altra sede mi proposero di fare subito la chemioterapia ma volli sentire il parere anche del prof. Alessandro Zerbi, chirurgo pancreatico  dell’Humanitas di Rozzano. Fu un incontro che diede una svolta al mio umore, alle mie speranze ed alla mia storia clinica. In mancanza di evidenti lesioni metastatiche mi propose con grande sensibilità e tatto professionale di fare subito l’intervento chirurgico e cosi’ il 24 Novembre 2010  fui operato da lui  di Spleno-Pancreasectomia distale per carcinoma al corpo coda del pancreas. Il Ca 19.9  prima intervento era a 900  dopo l’intervento  scese a 10.

A Gennaio  2011 a circa due mesi di distanza dall’intervento ho cominciato la chemio che è andata avanti fino al Giugno 2011. Il protocollo scelto è stato il  Gemox: Gemcitabina e oxaliplatino.

Le successive visite controllo con annessi esami del sangue e radiologici  non hanno evidenziato alcuna ripresa della malattia  fino al Giugno 2014.

Nel Luglio 2014 c’è stato il primo incremento del CA 19.9 salito a 6.855 dopo circa 4 anni dall’intervento. La  successiva PET ha fatto emergere una debole captazione in sede epatica, possibile lesione metastatica.

Da Agosto 2014  ho iniziato un nuovo ciclo di chemioterapia sino a Marzo 2015 utilizzando il  protocollo Folfirinox. Il risultato è stato positivo perché la lesione epatica è sparita e il marcatore è andato giù.

Nell’Ottobre 2015 c’è stato un nuovo incremento del Ca 19,9 con la PET  iche segnalava la presenza di malattia  sul secondo segmento epatico.

Così da Novembre 2015 ad Aprile 2016 ho fatto un nuovo ciclo di  chemio utilizzando questa volta  il protocollo Gemcitabina + Nab- Paclitaxel (Abraxane)   che ha portato all’azzeramento del marcatore CA 19.9 e una notevole  riduzione della metastasi in sede epatica.

Nell’Ottobre 2016 ancora una volta gli esami del sangue hanno mostrato un incremento del Ca 19.9 e e la PET ha rilevato un’area ipercaptante in sede epatica aumentata.

Nel Novembre 2016  mi sono sottoposto ad una asportazione chirurgica  del nodulo epatico di 2 cm circa. Il successivo esame istologico ha diagnosticato una lesione epatica ripetitiva da cancro pancreatico. Prima dell’intervento il CA 19.9 era 6180, dopo 5 giorni dall’intervento CA 19. 9 era sceso a 1500. Dopo un mese dall’intervento il CA 19.9 era ulteriormente sceso a 344.

Dal 7 Gennaio 2017 il marcatore CA 19.9 comincia a mostrare un preoccupante trend in crescita passando da un valore di 550 a un valore di 1.000 in dieci giorni. Per contro la TAC del  31 Gennaio 2017 e la PET del 3 Febbraio 2017 risultano negative.

Dal Gennaio 2017 fino a Giugno 2017  a causa dell’incremento del CA 19.9  ho iniziato un nuovo ciclo di chemio con Gemox. Alla fine della chemio il marcatore era sceso fino a completa normalizzazione.

Nel Febbraio 2018 nuovo controllo con TAC e PET ambedue negative .

A Marzo 2018 a causa di un nuovo incremento del Ca 19.9 salito a 135 iniziavo un ciclo di Capecitabina, 3 capsule al giorno, sospeso dopo 2 giorni per gli effetti collaterali: stato di confusione e deflessione del tono dell’umore. In accordo con l’oncologa di riferimento a Rossano Calabro ho sospeso la Capecitabina per un breve ciclo di Gemcitbina a dosaggio ridotto da Marzo 2018 a Maggio  2018 – Alla fine del ciclo chemioterapico il Ca 19.9 si è normalizzato intono al valore di 36.

Il 25 Settembre 2018 nuovo controllo  del Ca 19.9  salito a 101 che continua a salire fino a 223 nel giro di un mese. All’ultime indagini eseguite nell’Ottobre 2018 la TAC aveva dato esito negativo mentre la PET segnala presenza di un linfonodo addominale sospetto.

Inoltre dai primi giorni di Settembre 2018 mi è comparso un dolore sordo sulla regione dorso lombare sinistro, sul fianco sinistro e all’ipocondrio sinistro. Il dolore si è attenuato  prendendo del  Paracetamolo 1000 mg per due volte al giorno e una busta di Voltfast (diclofenac 50 mg).

Dopo una riunione multidisciplinare il radioterapista mi ha proposto un ciclo di sei sedute radioterapiche e l’oncologo ha proposto di studiare la genetica del tessuto tumorale per verificare se posso beneficiare di eventuale Immunoterapia.

 

Oggi a distanza di otto anni dai primi sintomi cosa ci puoi dire

Di fronte ad una diagnosi di tumore del pancreas non bisogna assolutamente perdere la speranza e che ogni storia clinica è una storia a sè.

Ricordo che in occasione del primo intervento chirurgico, non appena mi sono svegliato dall’anestesia, la prima cosa che ho fatto è stata quella di muovere il mio braccio destro velocemente. Ho voluto verificare subito se potevo ancora suonare la mia amata chitarra battente.

Nel 2014, a distanza di 4 anni dall’intervento, su invito del professore Zerbi, ho presentato all’Auditorium dell’Humanitas lo spettacolo letterario musicale Ohi dottò ispirato al mio libro memoir in cui tra l’altro racconto la mia storia di paziente storia di un medico che passa dall’altra parte e diventa un paziente. E’ stato molto emozionante per me tornare non più da paziente  nello stesso posto dove sono stato operato e portare la mia musica e le letture del mio libro davanti ad un uditorio straordinario composto da medici e pazienti. Ecco credo che le passioni, l’arte in generale e il nutrirsi di bellezza insieme all’attività fisica può essere  un valido supporto alle terapie tradizionali per combattere il cancro in generale.

Questa esperienza mi ha oltremodo confermato che l’unica eternità possibile che ci è riservata è quella di non sprecare la nostra vita. Da quando convivo con la mia patologia il tempo ha acquistato un valore ancora più prezioso e in questi anni ho prodotto due dischi e due romanzi. Conduco una vita normale, lavoro ancora come medico di fam