Claudio Raffaeli

15 anni convissuti con un tumore al pancreas.

20 Novembre 2019 • Redazione

Claudio Raffaeli rappresenta l’essenza dei marchigiani: poche chiacchere, tanta determinazione e focalizzazione sugli obiettivi che vuole raggiungere. Caratteristiche che emergono in maniera ancora più forte nelle sfide che il caso gli ha posto di fronte con alcuni problemi di salute: un tumore al pancreas ed una leucemia mieloide cronica. Un esempio per tutti a non abbattarsi di fronte alle ineludibili difficoltà a cui si va incontro di fronte ad una diagnosi di tumore al pancreas.

Come hai scoperto di avere un tumore al pancreas?

A inizio dicembre del 2004 sento che c’è qualcosa che non andava a livello addominale ma sapevo di avere calcoli alla colecisti. Pur essendo un operaio metalmeccanico, mi ha sempre appassionato il funzionamento del corpo e spesso mi sono impegnato in letture riguardanti la medicina; niente di impegnativo: materiali e informazioni che si trovano nelle riviste o sulle rubriche dei quotidiani. In ogni caso avevo intuito che qualcosa non andava e pensavo che fosse qualcosa a livello epatico. Finché un giorno si manifestano feci bianche e urine scure. Essendo un donatore AVIS mi sono recato presso il centro trasfusionale e mi sono sottoposto a esami ematici urgenti. Risultato: bilirubina alta più altri valori riferiti all’attività epatica fuori dalla norma. A quel punto immediata ecografia alla colecisti dalla quale si vede una cisti che comprime il coledoco e che impedisce il normale flusso della bile. Dall’ecografia son subito passato ad una TAC la cui diagnosi ipotizzava un probabile tumore alla testa del pancreas, confermato alla fine dalla successiva risonanza magnetica. Dopo pochi giorni mi è stato posizionato stent biliare per favorire il deflusso regolare della bilirubina.

Qual è stata la diagnosi?

Adenocarcinoma alla testa del pancreas.

Come ti è stata comunicata la diagnosi?

In realtà non c’è stato bisogno della comunicazione ufficilae in quanto lo avevo capito. Ho preteso che mi dicessero la verità e mi sono letto tutti i referti. Mi sono recato presso l’oncologia di Jesi, Ancona, dove sono stato preso in carico da una giovanissima oncologa, Giusi Giacomini, che era da poco tornata da un percorso di studio presso la clinica dell’Università di Verona. Questo incontro probabilmente è stata la mia fortuna. La dott.ssa Giacomini mi ha accompagnato durante tutto il mio percorso di cura, pianificandomi tutto: visite presso specialisti, ricoveri, tutto!

Claudio raffaeli

Qual è stato il percorso di cura?

Il 27 Dicembre 2004 sono stato ricoverato a Verona, sottoposto a biopsia e asportazione della colecisti per via laparoscopica. Questo intervento ha avuto delle complicazioni post operatorie per via di un sanguinamento del letto epatico. Dopo otto ore sono stato quindi riportato in sala operatoria e sottoposto a pulizia e tamponamento del letto epatico  sempre per via laparoscopica. Successivamente