Uno dei fattori che può migliorare la prognosi nei tumori del pancreas è la possibilità di poter ricevere un intervento chirurgico. Purtroppo questa opportunità ad oggi è ristretta al 15-20% dei pazienti poiché la malattia si manifesta quando ormai non è più possibile intervenire chirurgicamente.
Quali sono allora i criteri per cui è possibile intervenire chirurgicamente?
Inizialmente c’è una fase di indagine mediche e si fa riferimento ad una serie di analisi:
⁃ TAC e Risonanza Magnetica
⁃ Marcatore Tumorale CA 19-9
⁃ Ecoendoscopia, EUS
⁃ Biopsia
che può essere strutturata secondo il seguente grafico ripreso da un articolo apparso nel Dicembre 2015 sulla rivista scientifica Annal of Oncology: “Cancer of the pancreas: ESMO Clinical Practice Guidelines for diagnosis, treatment and follow-up“
Le varie informazioni ottenute nel processo di indagini mediche vengono alla fine sintetizzate in una classificazione dello stadio di avanzamento del tumore. Lo stadio del tumore diventa la base di partenza per una successiva valutazione da parte della squadra di medici sul caso, ripeto squadra di medici, sull’operabilità del tumore o sulla valutazione dei casi incerti, borderline, o sulla terapia da seguire per quei tumori che fossero già in una fase di metastasi.
Anche qui come per il caso della chirurgia pancreatica non va sottovalutata la rilevanza della qualità dei medici che eseguono le indagini elencate all’inizio e la strumentazione che essi hanno a disposizione. Una corretta esecuzione e valutazione di TAC, Ecoendoscopia, non particolarmente agevole nel caso di indagini al pancreas, e analisi istologica del prelievo della biopsia sono fondamentali. Per quanto quest’ultima frase possa risultare ovvia la sua attuazione pratica porta a vedere risultati di qualità molto disomogenea.