
PACT-21, potenziale nuovo standard per la chemio neoadiuvante
1 Giugno 2025 • Redazione
All’ASCO 2025, conferenza mondiale dell’oncologia, sono stati presentati i dati della studio clinico di Fase III indipendente CASSANDRA PACT-21. I risultati dello studio hanno mostrato che il protocollo PAXG produce risultati significativamente migliori rispetto al mFOLFIRINOX, trattamento di riferimento per gli schemi chemioterapici di neuoadiuvante per il tumore del pancreas allo stadio I, II e III.
Oggi vogliamo celebrare i risultati del PACT-21, il ruolo di chi l’ha pensato, voluto e attuato, l’oncologo Michele Reni, i pazienti che hanno partecipato allo studio e le associazioni pazienti realmente coinvolte.
Introduzione
Anche quando un tumore del pancreas sembra completamente rimosso chirurgicamente, spesso ritorna a causa di micrometastasi – cellule tumorali microscopiche, già diffuse nel corpo ma troppo piccole per essere rilevate dalle indagini diagnostiche oggi disponibili. Per questo motivo, molti oncologi ora raccomandano la chemioterapia neoadiuvante, chemio prima dell’intervento, per eliminare le micrometastasi e migliorare le possibilità di successo a lungo termine.
Per i pazienti e le famiglie che affrontano una diagnosi di tumore del pancreas, i risultati dello studio clinico indipendente CASSANDRA – PACT21, di seguito solo PACT-21, portano notizie incoraggianti.
Di cosa tratta il PACT-21
Lo studio PACT21 ha confrontato due diverse combinazioni chemioterapiche somministrate prima dell’intervento a pazienti con tumore del pancreas di stadio I-III, quindi pazienti non metastatici:
- PAXG: una combinazione di quattro farmaci che include cisplatino, nab-paclitaxel, capecitabina e gemcitabina
- mFOLFIRINOX: una versione modificata dell’attuale FOLFIRINOX, combinazione standard di quattro farmaci che include fluorouracile-5, leucovorina, irinotecano e oxaliplatino
Com’è organizzato lo studio PACT-21
Il PACT-21 è uno studio clinico randomizzato di Fase III che ha arruolato 260 pazienti in 17 centri oncologici italiani tra Novembre 2020 e Aprile 2024. Metà dei pazienti (132) ha ricevuto il PAXG, mentre l’altra metà (128) ha ricevuto mFOLFIRINOX. Entrambi i gruppi hanno ricevuto chemioterapia per circa quattro-sei mesi prima dell’intervento, con alcuni pazienti che hanno ricevuto anche un trattamento aggiuntivo dopo l’intervento.
I ricercatori con l’oncologo Michele Reni, S. Raffaele – Milano, nel ruolo di ideatore e responsabile delllo studio, hanno misurato come risultato principale la “sopravvivenza libera da eventi“, event-free survival. La sopravvivenza libera da eventi è il periodo di tempo dall’inizio del trattamento fino a quando accade qualcosa di grave con il tumore o la salute del paziente. In questo studio, un “evento” è stato definito come uno dei seguenti:
- Il tumore cresce o si diffonde (progressione vista alle scansioni)
- Il tumore ritorna dopo il trattamento (recidiva)
- I livelli dei marcatori tumorali nel sangue (CA19-9) aumentano significativamente in due test separati
- Il tumore diventa impossibile da rimuovere chirurgicamente
- Il tumore viene scoperto in altre parti del corpo durante l’intervento
- Il paziente muore per qualsiasi causa
La sopravvivenza libera da eventi misura essenzialmente per quanto tempo i pazienti possono andare avanti senza che si verifichi nessuno di questi gravi contrattempi. È diversa dalla sopravvivenza globale (quanto a lungo vivono i pazienti) perché cattura i primi segni in cui il trattamento non sta funzionando.
I Risultati Chiave
I risultati hanno mostrato cge i pazienti trattati con PAXG hanno vissuto più a lungo senza ricadute o progressione della malattia.
Sopravvivenza libera da eventi
La mediana di “sopravvivenza libera da eventi” per i due gruppi è stata di:
- Gruppo PAXG: 16 mesi
- Gruppo mFOLFIRINOX: 10,2 mesi.
Questo rappresenta una riduzione del 36% nel rischio di progressione del tumore o altri eventi gravi per i pazienti che ricevono PAXG.
- I pazienti trattati con PAXG hanno completato più spesso l’intero ciclo di cura e hanno riportato una qualità della vita migliore durante la chemioterapia.
Risultati a tre Anni
- Il 31% dei pazienti PAXG è rimasto libero da eventi a tre anni
- Solo il 13% dei pazienti mFOLFIRINOX è rimasto libero da eventi a tre anni
Altri benefici del PAXG
- Migliori tassi di riduzione del tumore
- Più pazienti hanno ottenuto cali significativi del CA19-9, il marcatore tumorale nel sangue
- Tassi più alti di eliminazione completa delle cellule tumorali nei campioni chirurgici
- Meno pazienti hanno sviluppato diffusione tumorale rilevabile durante o poco dopo l’intervento.
Perché è importante?
Questo studio indica che il trattamento con PAXG può offrire ai pazienti una maggiore probabilità di vivere più a lungo senza complicazioni legate al tumore. I primi dati suggeriscono anche un miglioramento della sopravvivenza complessiva, anche se sarà necessario più tempo per confermarlo.
Dato che il trattamento è più tollerabile, più efficace e con risultati promettenti, PAXG potrebbe diventare il nuovo standard di cura prima dell’intervento chirurgico per i pazienti con tumore operabile al pancreas.
Il ruolo della associazioni pazienti
Il merito di aver pensato e voluto il PACT-21 rimane con con l’oncologo Michele Reni. Però non può essere sottaciuto e minimizzato il ruolo chiave dei pazienti e delle associazioni pazienti. Il loro supporto è stato determinante nel creare le condizioni per poter effettuare gli studi PACT-21 e PACT-19, studio che ha portato all’approvazione del PAXG.
Finaziamento e supporto al processo di approvazione del PAXG
Lo studio clinico PACT-21 è stato interamente finanziato da associazioni di pazienti con tumore al pancreas. In un’epoca di bulimia di superlativi e false informazioni propalate anche dai media nazionali, possiamo parlare tranquillamente di risultato storico. Le associazioni MyEverest e Codice Viola hanno portato il maggior contributo finanziario, MyEverest in primis.
È importante anche sapere che lo studio PACT-19 che ha portato alla prima valutazione da parte dell’AIFA del protocollo PAXG è stato finanziato anche dall’associazione My Everest. Inoltre dopo la prima bocciatura da parte dell’AIFA, Codice Viola è stata l’unica associazione che si è impegnata con continuità nelle istituzioni per arrivare ad una rivalutazione del protocollo PAXG e alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Se lo studio del PAXG non fosse stato avviato e approvato oggi non staremmo qui a parlare di PACT-21 e dei suoi importanti risultati.
Pazienti come attori del cambiamento
In un panorama mediatico ossessionato dalle celebrity e dai personaggi dello spettacolo, questa straordinaria vicenda di generosità e determinazione verosimilmnete passerà pressoché inosservata. Se tutto questo fosse stato realizzato da qualche volto noto, i riflettori si sarebbero subito accesi e le telecamere avrebbero già confezionato servizi celebrativi. Invece i protaginisti, oltre a Michele Reni, sono persone “comuni” – Luigi Sala e Francesca Pesce – che, di fronte alla devastante diagnosi di tumore al pancreas e con un orizzonte di vita improvvisamente accorciato, hanno scelto di dedicare le proprie energie non a se stessi ma agli altri. Una scelta che testimonia una grandezza d’animo che i riflettori mediatici, troppo spesso attratti dal superficiale, non riescono a cogliere né a valorizzare come i fatti meriterebbero.
Francesca
Per tutti noi di Codice Viola, questi risultati del PACT-21 portano con intensità struggente il ricordo di Francesca. La sua assenza oggi si fa sentire con sfumature diverse e profonde: l’acuto dolore per la perdita di una persona straordinaria che ha saputo trasformare la propria sofferenza in speranza per gli altri; l’immenso dispiacere nel sapere che non può essere qui con noi a gioire per quello che ha contribuito a costruire con la sua tenacia; e anche il nostro egoistico rimpianto nel pensare a quanto ancora avrebbe potuto realizzare per la comunità dei pazienti con tumore del pancreas se fosse ancora tra noi. Francesca non era solo una pilastro di Codice Viola: era l’esempio di un atteggiamento, di un modo di essere e rapportarsi agli altri che oggi, quattro anni dopo la sua scomparsa, trova un’ulteriore conferma anche in questi risultati. Ci piace pensare che ci saranno pazienti che potranno beneficiare di questo progresso scientifico a cui le ha dato un suo piccolo contributo.
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PACT-21, potenziale nuovo standard per la chemio neoadiuvante
1 Giugno 2025 • Redazione
All’ASCO 2025, conferenza mondiale dell’oncologia, sono stati presentati i dati della studio clinico di Fase III indipendente CASSANDRA PACT-21. I risultati dello studio hanno mostrato che il protocollo PAXG produce risultati significativamente migliori rispetto al mFOLFIRINOX, trattamento di riferimento per gli schemi chemioterapici di neuoadiuvante per il tumore del pancreas allo stadio I, II e III.
Oggi vogliamo celebrare i risultati del PACT-21, il ruolo di chi l’ha pensato, voluto e attuato, l’oncologo Michele Reni, i pazienti che hanno partecipato allo studio e le associazioni pazienti realmente coinvolte.
Introduzione
Anche quando un tumore del pancreas sembra completamente rimosso chirurgicamente, spesso ritorna a causa di micrometastasi – cellule tumorali microscopiche, già diffuse nel corpo ma troppo piccole per essere rilevate dalle indagini diagnostiche oggi disponibili. Per questo motivo, molti oncologi ora raccomandano la chemioterapia neoadiuvante, chemio prima dell’intervento, per eliminare le micrometastasi e migliorare le possibilità di successo a lungo termine.
Per i pazienti e le famiglie che affrontano una diagnosi di tumore del pancreas, i risultati dello studio clinico indipendente CASSANDRA – PACT21, di seguito solo PACT-21, portano notizie incoraggianti.
Di cosa tratta il PACT-21
Lo studio PACT21 ha confrontato due diverse combinazioni chemioterapiche somministrate prima dell’intervento a pazienti con tumore del pancreas di stadio I-III, quindi pazienti non metastatici:
- PAXG: una combinazione di quattro farmaci che include cisplatino, nab-paclitaxel, capecitabina e gemcitabina
- mFOLFIRINOX: una versione modificata dell’attuale FOLFIRINOX, combinazione standard di quattro farmaci che include fluorouracile-5, leucovorina, irinotecano e oxaliplatino
Com’è organizzato lo studio PACT-21
Il PACT-21 è uno studio clinico randomizzato di Fase III che ha arruolato 260 pazienti in 17 centri oncologici italiani tra Novembre 2020 e Aprile 2024. Metà dei pazienti (132) ha ricevuto il PAXG, mentre l’altra metà (128) ha ricevuto mFOLFIRINOX. Entrambi i gruppi hanno ricevuto chemioterapia per circa quattro-sei mesi prima dell’intervento, con alcuni pazienti che hanno ricevuto anche un trattamento aggiuntivo dopo l’intervento.
I ricercatori con l’oncologo Michele Reni, S. Raffaele – Milano, nel ruolo di ideatore e responsabile delllo studio, hanno misurato come risultato principale la “sopravvivenza libera da eventi“, event-free survival. La sopravvivenza libera da eventi è il periodo di tempo dall’inizio del trattamento fino a quando accade qualcosa di grave con il tumore o la salute del paziente. In questo studio, un “evento” è stato definito come uno dei seguenti:
- Il tumore cresce o si diffonde (progressione vista alle scansioni)
- Il tumore ritorna dopo il trattamento (recidiva)
- I livelli dei marcatori tumorali nel sangue (CA19-9) aumentano significativamente in due test separati
- Il tumore diventa impossibile da rimuovere chirurgicamente
- Il tumore viene scoperto in altre parti del corpo durante l’intervento
- Il paziente muore per qualsiasi causa
La sopravvivenza libera da eventi misura essenzialmente per quanto tempo i pazienti possono andare avanti senza che si verifichi nessuno di questi gravi contrattempi. È diversa dalla sopravvivenza globale (quanto a lungo vivono i pazienti) perché cattura i primi segni in cui il trattamento non sta funzionando.
I Risultati Chiave
I risultati hanno mostrato cge i pazienti trattati con PAXG hanno vissuto più a lungo senza ricadute o progressione della malattia.
Sopravvivenza libera da eventi
La mediana di “sopravvivenza libera da eventi” per i due gruppi è stata di:
- Gruppo PAXG: 16 mesi
- Gruppo mFOLFIRINOX: 10,2 mesi.
Questo rappresenta una riduzione del 36% nel rischio di progressione del tumore o altri eventi gravi per i pazienti che ricevono PAXG.
- I pazienti trattati con PAXG hanno completato più spesso l’intero ciclo di cura e hanno riportato una qualità della vita migliore durante la chemioterapia.
Risultati a tre Anni
- Il 31% dei pazienti PAXG è rimasto libero da eventi a tre anni
- Solo il 13% dei pazienti mFOLFIRINOX è rimasto libero da eventi a tre anni
Altri benefici del PAXG
- Migliori tassi di riduzione del tumore
- Più pazienti hanno ottenuto cali significativi del CA19-9, il marcatore tumorale nel sangue
- Tassi più alti di eliminazione completa delle cellule tumorali nei campioni chirurgici
- Meno pazienti hanno sviluppato diffusione tumorale rilevabile durante o poco dopo l’intervento.
Perché è importante?
Questo studio indica che il trattamento con PAXG può offrire ai pazienti una maggiore probabilità di vivere più a lungo senza complicazioni legate al tumore. I primi dati suggeriscono anche un miglioramento della sopravvivenza complessiva, anche se sarà necessario più tempo per confermarlo.
Dato che il trattamento è più tollerabile, più efficace e con risultati promettenti, PAXG potrebbe diventare il nuovo standard di cura prima dell’intervento chirurgico per i pazienti con tumore operabile al pancreas.
Il ruolo della associazioni pazienti
Il merito di aver pensato e voluto il PACT-21 rimane con con l’oncologo Michele Reni. Però non può essere sottaciuto e minimizzato il ruolo chiave dei pazienti e delle associazioni pazienti. Il loro supporto è stato determinante nel creare le condizioni per poter effettuare gli studi PACT-21 e PACT-19, studio che ha portato all’approvazione del PAXG.
Finaziamento e supporto al processo di approvazione del PAXG
Lo studio clinico PACT-21 è stato interamente finanziato da associazioni di pazienti con tumore al pancreas. In un’epoca di bulimia di superlativi e false informazioni propalate anche dai media nazionali, possiamo parlare tranquillamente di risultato storico. Le associazioni MyEverest e Codice Viola hanno portato il maggior contributo finanziario, MyEverest in primis.
È importante anche sapere che lo studio PACT-19 che ha portato alla prima valutazione da parte dell’AIFA del protocollo PAXG è stato finanziato anche dall’associazione My Everest. Inoltre dopo la prima bocciatura da parte dell’AIFA, Codice Viola è stata l’unica associazione che si è impegnata con continuità nelle istituzioni per arrivare ad una rivalutazione del protocollo PAXG e alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Se lo studio del PAXG non fosse stato avviato e approvato oggi non staremmo qui a parlare di PACT-21 e dei suoi importanti risultati.
Pazienti come attori del cambiamento
In un panorama mediatico ossessionato dalle celebrity e dai personaggi dello spettacolo, questa straordinaria vicenda di generosità e determinazione verosimilmnete passerà pressoché inosservata. Se tutto questo fosse stato realizzato da qualche volto noto, i riflettori si sarebbero subito accesi e le telecamere avrebbero già confezionato servizi celebrativi. Invece i protaginisti, oltre a Michele Reni, sono persone “comuni” – Luigi Sala e Francesca Pesce – che, di fronte alla devastante diagnosi di tumore al pancreas e con un orizzonte di vita improvvisamente accorciato, hanno scelto di dedicare le proprie energie non a se stessi ma agli altri. Una scelta che testimonia una grandezza d’animo che i riflettori mediatici, troppo spesso attratti dal superficiale, non riescono a cogliere né a valorizzare come i fatti meriterebbero.
Francesca
Per tutti noi di Codice Viola, questi risultati del PACT-21 portano con intensità struggente il ricordo di Francesca. La sua assenza oggi si fa sentire con sfumature diverse e profonde: l’acuto dolore per la perdita di una persona straordinaria che ha saputo trasformare la propria sofferenza in speranza per gli altri; l’immenso dispiacere nel sapere che non può essere qui con noi a gioire per quello che ha contribuito a costruire con la sua tenacia; e anche il nostro egoistico rimpianto nel pensare a quanto ancora avrebbe potuto realizzare per la comunità dei pazienti con tumore del pancreas se fosse ancora tra noi. Francesca non era solo una pilastro di Codice Viola: era l’esempio di un atteggiamento, di un modo di essere e rapportarsi agli altri che oggi, quattro anni dopo la sua scomparsa, trova un’ulteriore conferma anche in questi risultati. Ci piace pensare che ci saranno pazienti che potranno beneficiare di questo progresso scientifico a cui le ha dato un suo piccolo contributo.
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PACT-21, potenziale nuovo standard per la chemio neoadiuvante
1 Giugno 2025 • Redazione
All’ASCO 2025, conferenza mondiale dell’oncologia, sono stati presentati i dati della studio clinico di Fase III indipendente CASSANDRA PACT-21. I risultati dello studio hanno mostrato che il protocollo PAXG produce risultati significativamente migliori rispetto al mFOLFIRINOX, trattamento di riferimento per gli schemi chemioterapici di neuoadiuvante per il tumore del pancreas allo stadio I, II e III.
Oggi vogliamo celebrare i risultati del PACT-21, il ruolo di chi l’ha pensato, voluto e attuato, l’oncologo Michele Reni, i pazienti che hanno partecipato allo studio e le associazioni pazienti realmente coinvolte.
Introduzione
Anche quando un tumore del pancreas sembra completamente rimosso chirurgicamente, spesso ritorna a causa di micrometastasi – cellule tumorali microscopiche, già diffuse nel corpo ma troppo piccole per essere rilevate dalle indagini diagnostiche oggi disponibili. Per questo motivo, molti oncologi ora raccomandano la chemioterapia neoadiuvante, chemio prima dell’intervento, per eliminare le micrometastasi e migliorare le possibilità di successo a lungo termine.
Per i pazienti e le famiglie che affrontano una diagnosi di tumore del pancreas, i risultati dello studio clinico indipendente CASSANDRA – PACT21, di seguito solo PACT-21, portano notizie incoraggianti.
Di cosa tratta il PACT-21
Lo studio PACT21 ha confrontato due diverse combinazioni chemioterapiche somministrate prima dell’intervento a pazienti con tumore del pancreas di stadio I-III, quindi pazienti non metastatici:
- PAXG: una combinazione di quattro farmaci che include cisplatino, nab-paclitaxel, capecitabina e gemcitabina
- mFOLFIRINOX: una versione modificata dell’attuale FOLFIRINOX, combinazione standard di quattro farmaci che include fluorouracile-5, leucovorina, irinotecano e oxaliplatino
Com’è organizzato lo studio PACT-21
Il PACT-21 è uno studio clinico randomizzato di Fase III che ha arruolato 260 pazienti in 17 centri oncologici italiani tra Novembre 2020 e Aprile 2024. Metà dei pazienti (132) ha ricevuto il PAXG, mentre l’altra metà (128) ha ricevuto mFOLFIRINOX. Entrambi i gruppi hanno ricevuto chemioterapia per circa quattro-sei mesi prima dell’intervento, con alcuni pazienti che hanno ricevuto anche un trattamento aggiuntivo dopo l’intervento.
I ricercatori con l’oncologo Michele Reni, S. Raffaele – Milano, nel ruolo di ideatore e responsabile delllo studio, hanno misurato come risultato principale la “sopravvivenza libera da eventi“, event-free survival. La sopravvivenza libera da eventi è il periodo di tempo dall’inizio del trattamento fino a quando accade qualcosa di grave con il tumore o la salute del paziente. In questo studio, un “evento” è stato definito come uno dei seguenti:
- Il tumore cresce o si diffonde (progressione vista alle scansioni)
- Il tumore ritorna dopo il trattamento (recidiva)
- I livelli dei marcatori tumorali nel sangue (CA19-9) aumentano significativamente in due test separati
- Il tumore diventa impossibile da rimuovere chirurgicamente
- Il tumore viene scoperto in altre parti del corpo durante l’intervento
- Il paziente muore per qualsiasi causa
La sopravvivenza libera da eventi misura essenzialmente per quanto tempo i pazienti possono andare avanti senza che si verifichi nessuno di questi gravi contrattempi. È diversa dalla sopravvivenza globale (quanto a lungo vivono i pazienti) perché cattura i primi segni in cui il trattamento non sta funzionando.
I Risultati Chiave
I risultati hanno mostrato cge i pazienti trattati con PAXG hanno vissuto più a lungo senza ricadute o progressione della malattia.
Sopravvivenza libera da eventi
La mediana di “sopravvivenza libera da eventi” per i due gruppi è stata di:
- Gruppo PAXG: 16 mesi
- Gruppo mFOLFIRINOX: 10,2 mesi.
Questo rappresenta una riduzione del 36% nel rischio di progressione del tumore o altri eventi gravi per i pazienti che ricevono PAXG.
- I pazienti trattati con PAXG hanno completato più spesso l’intero ciclo di cura e hanno riportato una qualità della vita migliore durante la chemioterapia.
Risultati a tre Anni
- Il 31% dei pazienti PAXG è rimasto libero da eventi a tre anni
- Solo il 13% dei pazienti mFOLFIRINOX è rimasto libero da eventi a tre anni
Altri benefici del PAXG
- Migliori tassi di riduzione del tumore
- Più pazienti hanno ottenuto cali significativi del CA19-9, il marcatore tumorale nel sangue
- Tassi più alti di eliminazione completa delle cellule tumorali nei campioni chirurgici
- Meno pazienti hanno sviluppato diffusione tumorale rilevabile durante o poco dopo l’intervento.
Perché è importante?
Questo studio indica che il trattamento con PAXG può offrire ai pazienti una maggiore probabilità di vivere più a lungo senza complicazioni legate al tumore. I primi dati suggeriscono anche un miglioramento della sopravvivenza complessiva, anche se sarà necessario più tempo per confermarlo.
Dato che il trattamento è più tollerabile, più efficace e con risultati promettenti, PAXG potrebbe diventare il nuovo standard di cura prima dell’intervento chirurgico per i pazienti con tumore operabile al pancreas.
Il ruolo della associazioni pazienti
Il merito di aver pensato e voluto il PACT-21 rimane con con l’oncologo Michele Reni. Però non può essere sottaciuto e minimizzato il ruolo chiave dei pazienti e delle associazioni pazienti. Il loro supporto è stato determinante nel creare le condizioni per poter effettuare gli studi PACT-21 e PACT-19, studio che ha portato all’approvazione del PAXG.
Finaziamento e supporto al processo di approvazione del PAXG
Lo studio clinico PACT-21 è stato interamente finanziato da associazioni di pazienti con tumore al pancreas. In un’epoca di bulimia di superlativi e false informazioni propalate anche dai media nazionali, possiamo parlare tranquillamente di risultato storico. Le associazioni MyEverest e Codice Viola hanno portato il maggior contributo finanziario, MyEverest in primis.
È importante anche sapere che lo studio PACT-19 che ha portato alla prima valutazione da parte dell’AIFA del protocollo PAXG è stato finanziato anche dall’associazione My Everest. Inoltre dopo la prima bocciatura da parte dell’AIFA, Codice Viola è stata l’unica associazione che si è impegnata con continuità nelle istituzioni per arrivare ad una rivalutazione del protocollo PAXG e alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Se lo studio del PAXG non fosse stato avviato e approvato oggi non staremmo qui a parlare di PACT-21 e dei suoi importanti risultati.
Pazienti come attori del cambiamento
In un panorama mediatico ossessionato dalle celebrity e dai personaggi dello spettacolo, questa straordinaria vicenda di generosità e determinazione verosimilmnete passerà pressoché inosservata. Se tutto questo fosse stato realizzato da qualche volto noto, i riflettori si sarebbero subito accesi e le telecamere avrebbero già confezionato servizi celebrativi. Invece i protaginisti, oltre a Michele Reni, sono persone “comuni” – Luigi Sala e Francesca Pesce – che, di fronte alla devastante diagnosi di tumore al pancreas e con un orizzonte di vita improvvisamente accorciato, hanno scelto di dedicare le proprie energie non a se stessi ma agli altri. Una scelta che testimonia una grandezza d’animo che i riflettori mediatici, troppo spesso attratti dal superficiale, non riescono a cogliere né a valorizzare come i fatti meriterebbero.
Francesca
Per tutti noi di Codice Viola, questi risultati del PACT-21 portano con intensità struggente il ricordo di Francesca. La sua assenza oggi si fa sentire con sfumature diverse e profonde: l’acuto dolore per la perdita di una persona straordinaria che ha saputo trasformare la propria sofferenza in speranza per gli altri; l’immenso dispiacere nel sapere che non può essere qui con noi a gioire per quello che ha contribuito a costruire con la sua tenacia; e anche il nostro egoistico rimpianto nel pensare a quanto ancora avrebbe potuto realizzare per la comunità dei pazienti con tumore del pancreas se fosse ancora tra noi. Francesca non era solo una pilastro di Codice Viola: era l’esempio di un atteggiamento, di un modo di essere e rapportarsi agli altri che oggi, quattro anni dopo la sua scomparsa, trova un’ulteriore conferma anche in questi risultati. Ci piace pensare che ci saranno pazienti che potranno beneficiare di questo progresso scientifico a cui le ha dato un suo piccolo contributo.