Dalla nostra parte

20 Novembre 2020 • Redazione

Parte in questi giorni il PACT-21, una sperimentazione che coinvolge 22 ospedali dell’intero paese. La sua diffusione in diversi ospedali permetterà a molti pazienti di partecipare a uno studio innovativo senza dover attraversare la penisola, ottenendo così cure all’avanguardia

Supporta anche tu PACT-21, dona ora con bonifico bancario o con Paypal.

 

Il PACT-21 cerca di trovare quali siano le scelte curative più efficaci per un approccio neoadiuvante, cioè di trattamento prima dell’intervento (chemioterapia), per i pazienti con tumore resecabile o ai limiti della resecabilità; fondamentalmente pazienti con tumore allo Stadio I, Stadio II e Stadio III.

Si tratta di una sperimentazione indipendente – e quindi non finanziata dalle case farmaceutiche, la sua realizzazione dipende strettamente dalla capacità delle associazioni di pazienti di raccogliere fondi sufficienti per finanziarla. Perché è facile criticare le case  farmaceutiche, ma poi qualcuno i soldi ce li deve pur mettere. E noi tutti, una goccia per volta, possiamo fare la differenza.

Noi pazienti – Alessandra, Maurizio, Francesca, Emilio, Ester, Chiara, Patrizia, Paolo e tanti altri – ci siamo riuniti e abbiamo deciso che era giunta l’ora di metterci la faccia in prima persona, e impegnarci a diffondere e spiegare il più possibile di cosa si tratta e perché ci serve la collaborazione di tutti. Stavolta non c’è lo Stato, le case farmaceutiche o gli “altri” in genere. Alla base del lavoro del prossimo triennio ci siamo noi pazienti, i nostri familiari, i nostri amici. E tutti coloro che ci circondano. Quindi tutti voi. Dei frutti della sperimentazione potremo usufruire in tanti, perché ogni sperimentazione fatta bene accresce la conoscenza per tutti i pazienti e per tutto l’ecosistema: medici, ospedali, istituzioni. Come potrete vedere nei prossimi giorni, siamo persone di età le più diverse, da poco più di 30 anni, magari sposati da poco, con figli piccoli, con un lavoro avviato da poco, ai 70, in pensione felici di avere tempo da dedicare alle nostre passioni. 

Perché il tumore al pancreas, è così: colpisce giovani e anziani, donne e uomini, sportivi e pigri, alti e bassi, ricchi e poveri. Colpisce silenziosamente, spesso senza farsi notare finché non è in fase avanzata. Noi abbiamo tutti la fortuna di esserci ammalati in tempi recenti, ma fino a dieci anni fa c’era fondamentalmente un unico farmaco per la chemioterapia. Nonostante la scarsità degli investimenti privati e pubblici nella ricerca sul tumore al pancreas, sono stati fatti comunque notevoli passi avanti. Non basta certo, ma sappiamo che le sperimentazioni possono fare veramente la differenza. Ogni sperimentazione fatta bene apporta nuove informazioni e nuove possibilità di cura

Migliorare le opzioni terapeutiche per chi ha un tumore così aggressivo è questione urgente: urgente ed essenziale per noi che già ci siamo dentro, ma anche per quei tanti – e saranno sempre di più – che si ammaleranno di adenocarcinoma pancreatico nei prossimi anni. Vorremmo tutti insieme contribuire a rendere più positiva la loro cura, e ad allungare quelle statistiche sulla nostra sopravvivenza che tanto ci danno ansia. Ci servono molte persone al nostro fianco. Abbiamo bisogno del tuo aiuto. Unisciti anche tu! 

Trovi qui informazioni più specifiche sul PACT-21, insieme all’elenco degli 22 ospedali coinvolti, delle città e dei rispettivi referenti.

A cura dei Pazienti

 

Sostieni la diffusione dello Studio PACT-21 con una donazione, anche piccola, puoi usare bonifico bancario o Paypal.

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Parte in questi giorni il PACT-21, una sperimentazione che coinvolge 22 ospedali dell’intero paese. La sua diffusione in diversi ospedali permetterà a molti pazienti di partecipare a uno studio innovativo senza dover attraversare la penisola, ottenendo così cure all’avanguardia

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Il PACT-21 cerca di trovare quali siano le scelte curative più efficaci per un approccio neoadiuvante, cioè di trattamento prima dell’intervento (chemioterapia), per i pazienti con tumore resecabile o ai limiti della resecabilità; fondamentalmente pazienti con tumore allo Stadio I, Stadio II e Stadio III.

Si tratta di una sperimentazione indipendente – e quindi non finanziata dalle case farmaceutiche, la sua realizzazione dipende strettamente dalla capacità delle associazioni di pazienti di raccogliere fondi sufficienti per finanziarla. Perché è facile criticare le case  farmaceutiche, ma poi qualcuno i soldi ce li deve pur mettere. E noi tutti, una goccia per volta, possiamo fare la differenza.

Noi pazienti – Alessandra, Maurizio, Francesca, Emilio, Ester, Chiara, Patrizia, Paolo e tanti altri – ci siamo riuniti e abbiamo deciso che era giunta l’ora di metterci la faccia in prima persona, e impegnarci a diffondere e spiegare il più possibile di cosa si tratta e perché ci serve la collaborazione di tutti. Stavolta non c’è lo Stato, le case farmaceutiche o gli “altri” in genere. Alla base del lavoro del prossimo triennio ci siamo noi pazienti, i nostri familiari, i nostri amici. E tutti coloro che ci circondano. Quindi tutti voi. Dei frutti della sperimentazione potremo usufruire in tanti, perché ogni sperimentazione fatta bene accresce la conoscenza per tutti i pazienti e per tutto l’ecosistema: medici, ospedali, istituzioni. Come potrete vedere nei prossimi giorni, siamo persone di età le più diverse, da poco più di 30 anni, magari sposati da poco, con figli piccoli, con un lavoro avviato da poco, ai 70, in pensione felici di avere tempo da dedicare alle nostre passioni. 

Perché il tumore al pancreas, è così: colpisce giovani e anziani, donne e uomini, sportivi e pigri, alti e bassi, ricchi e poveri. Colpisce silenziosamente, spesso senza farsi notare finché non è in fase avanzata. Noi abbiamo tutti la fortuna di esserci ammalati in tempi recenti, ma fino a dieci anni fa c’era fondamentalmente un unico farmaco per la chemioterapia. Nonostante la scarsità degli investimenti privati e pubblici nella ricerca sul tumore al pancreas, sono stati fatti comunque notevoli passi avanti. Non basta certo, ma sappiamo che le sperimentazioni possono fare veramente la differenza. Ogni sperimentazione fatta bene apporta nuove informazioni e nuove possibilità di cura

Migliorare le opzioni terapeutiche per chi ha un tumore così aggressivo è questione urgente: urgente ed essenziale per noi che già ci siamo dentro, ma anche per quei tanti – e saranno sempre di più – che si ammaleranno di adenocarcinoma pancreatico nei prossimi anni. Vorremmo tutti insieme contribuire a rendere più positiva la loro cura, e ad allungare quelle statistiche sulla nostra sopravvivenza che tanto ci danno ansia. Ci servono molte persone al nostro fianco. Abbiamo bisogno del tuo aiuto. Unisciti anche tu! 

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Si tratta di una sperimentazione indipendente – e quindi non finanziata dalle case farmaceutiche, la sua realizzazione dipende strettamente dalla capacità delle associazioni di pazienti di raccogliere fondi sufficienti per finanziarla. Perché è facile criticare le case  farmaceutiche, ma poi qualcuno i soldi ce li deve pur mettere. E noi tutti, una goccia per volta, possiamo fare la differenza.

Noi pazienti – Alessandra, Maurizio, Francesca, Emilio, Ester, Chiara, Patrizia, Paolo e tanti altri – ci siamo riuniti e abbiamo deciso che era giunta l’ora di metterci la faccia in prima persona, e impegnarci a diffondere e spiegare il più possibile di cosa si tratta e perché ci serve la collaborazione di tutti. Stavolta non c’è lo Stato, le case farmaceutiche o gli “altri” in genere. Alla base del lavoro del prossimo triennio ci siamo noi pazienti, i nostri familiari, i nostri amici. E tutti coloro che ci circondano. Quindi tutti voi. Dei frutti della sperimentazione potremo usufruire in tanti, perché ogni sperimentazione fatta bene accresce la conoscenza per tutti i pazienti e per tutto l’ecosistema: medici, ospedali, istituzioni. Come potrete vedere nei prossimi giorni, siamo persone di età le più diverse, da poco più di 30 anni, magari sposati da poco, con figli piccoli, con un lavoro avviato da poco, ai 70, in pensione felici di avere tempo da dedicare alle nostre passioni. 

Perché il tumore al pancreas, è così: colpisce giovani e anziani, donne e uomini, sportivi e pigri, alti e bassi, ricchi e poveri. Colpisce silenziosamente, spesso senza farsi notare finché non è in fase avanzata. Noi abbiamo tutti la fortuna di esserci ammalati in tempi recenti, ma fino a dieci anni fa c’era fondamentalmente un unico farmaco per la chemioterapia. Nonostante la scarsità degli investimenti privati e pubblici nella ricerca sul tumore al pancreas, sono stati fatti comunque notevoli passi avanti. Non basta certo, ma sappiamo che le sperimentazioni possono fare veramente la differenza. Ogni sperimentazione fatta bene apporta nuove informazioni e nuove possibilità di cura

Migliorare le opzioni terapeutiche per chi ha un tumore così aggressivo è questione urgente: urgente ed essenziale per noi che già ci siamo dentro, ma anche per quei tanti – e saranno sempre di più – che si ammaleranno di adenocarcinoma pancreatico nei prossimi anni. Vorremmo tutti insieme contribuire a rendere più positiva la loro cura, e ad allungare quelle statistiche sulla nostra sopravvivenza che tanto ci danno ansia. Ci servono molte persone al nostro fianco. Abbiamo bisogno del tuo aiuto. Unisciti anche tu! 

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