Una diagnosi precoce fa la differenza

24 Ottobre 2017 • Redazione

 

Intervista a Marta Santi, una paziente con un incredibile spirito positivo che non riesce a pensare solo a se stessa. La presenza di spirito di Marta è emersa in maniera forte in occasione di una sessione del Convegno AISP 2017 quando ha messo in chiaro ai medici che snocciolavano dati statistici che nella durezza della prognosi della malattia ci sono comunque delle speranze per i singoli pazienti. Complimenti, non è da tutti.

Come hai scoperto di avere un tumore al pancreas

Era la fine del Novembre 2014. Da qualche settimana accusavo una stanchezza anomala che, con dolori alle spalle, mi costringeva a sdraiarmi più volte durante la giornata pur non affrontando lavori pesanti o affaticamenti particolari. Bastava una passeggiata un po’ più lunga o una mezz’ora in più in cucina…

Il mio mio medico di base mi ha immediatamente prescritto una serie di esami del sangue sempre più approfonditi seguiti da una Risonanza Magnetica e poi da una TAC che hanno evidenziato delle anomalie al pancreas.

Da subito mi ha consigliato di fare una visita specialistica all’Ospedale S. Raffaele di Milano.

Qual è stata la diagnosi

Ho prenotato e sono riuscita ad ottenere velocemente un appuntamento  con il Prof. Falconi al S. Raffaele. Eravamo nel Febbraio 2015, e mi è stato diagnosticato tumore della coda pancreas di 2,5 cm nello Stadio IIB o l’equivalenteT3G3N1 del sistema TMN.

Il prof. Falconi insieme al dott. Balzano analizzando la mia TAC, vista la mia buona condizione fisica, mi hanno proposto di operarmi la settimana immediatamente successiva.

Il 17 febbraio 2015 entrambi i medici mi hanno operato in  in laparoscopia asportandomi  coda del pancreas e  milzaSono stata dimessa dopo una settimana dall’intervento con l’invito a presentarmi dopo una settimana per una visita di controllo con il dott. Balzano.

Marta Santi

Come ti è stata comunicata la diagnosi 

La diagnosi mi è stata comunicata in modo soft e molto dolce dalla mia dottoressa di base, Chiara Pellegrino, la cui attenzione ad ascoltare i miei sintomi e la successiva richiesta di esami diagnostici ha contribuito in modo determinante ad una diagnosi accurata e veloce. Inoltre mi ha anche indirizzato agli specialisti giusti presso l’Ospedale S. Raffaele. La diagnosi è stata poi confermata da Falconi e Balzano e loro  in modo chiaro e positivo hanno proposto una soluzione: ”Si può fare”

Qual è stato il percorso di cura

Al primo controllo dopo l’intervento sono stata tranquillizzata e confortata dal dott. Balzano.  Poi sono stata indirizzata dal dott. Michele Reni, oncologo di riferimento per il pancreas al S. Raffaele,  per il successivo percorso di cura. Il dott. Reni, competente e positivo, mi ha accompagnata per tutta la  prima fase di terapia chemio, Abraxane più Gemcitabina, durata 6 mesi e quelle successive fino ai giorni attuali.

Durante il primo ciclo di cure chemio avevo visite settimanali e controlli TAC ogni 2 mesi. Perdita totale dei capelli, ma sempre confortata e sostenuta da tanta umanità e competenza. In quel periodo ho avuto anche il supporto di  uno psicologo del S. Raffaele. Ad Ottobre 2015, terminato il ciclo di chemio mi sono sentita “guarita”.

Ho continuato controlli regolari ogni 3 mesi, fino a scoprire nel luglio/agosto 2016 di avere una metastasi sotto il polmone sinistro: esami endoscopici ed il 6 Settembre 2016 ho affrontato un intervento chirurgico con asportazione totale dei linfonodi e di una piccola porzione del polmone sinistro. Il periodo postoperatorio è stato molto doloroso, ma ancora una volta sono riuscita a sentirmi guarita.

Controlli costanti finché a Giugno 2017 in una TAC di controllo si evidenziano altri 2 piccoli noduli, uno in ciascun polmone. Durante quest’ultimo periodo di costante monitoraggio  è stato deciso un altro ciclo di chemio a base di Gemcitabina che è iniziato il 21 agosto e continua tuttora con risultati positivi evidenziati dalla costante diminuzione dei CA-19.9.

Oggi a distanza di quasi 3 anni cosa ci puoi dire

Ho molta fiducia nei medici che mi stanno curando e…nonostante tutto, conduco una vita regolare, sto bene e riesco a partecipare attivamente a ciò che mi interessa. Ho anche deciso di impegnarmi in attività a supporto  della comunità dei pazienti, gli altri “sfortunati “ toccati dalla della stessa patologia. A proposito: tutti quelli che il 30 Gennaio prossimo fossero in Brianza sto organizzando un cena di raccolti fondi a Monza. Partecipate! I fondi raccolti andranno all’associazione My Everest.

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